"Mentre conversavano e discutevano insieme" (Luca 24,15)

INCONTRO DI FORMAZIONE SPIRITUALE

Venerdì, 19 gennaio 2024

CANTO

Lettura delVangelo secondo Luca (Lc24,13-27)

In quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.

Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro.

Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: "Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?".

Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: "Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?". Domandò loro: "Che cosa?".

Gli risposero: "Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto".

Disse loro: "Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?".

E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

CATECHESI

IlraccontodiEmmaus:iconaperildiscernimentoecclesiale

Clèopa e il suo compagno sono sconfortati per i fatti avvenuti concludendo che ormai non c’è più nulla da fare. I due hanno fatto (il loro) “discernimento”

e la loro conclusione è molto chiara: il fallimento di Gesù è il nostro fallimento; non c’è niente da fare, non c’è futuro e questa, per quanto doloroso, è la realtà da accettare. Invece le donne, che pure lo hanno visto morire sulla croce, non si sono rassegnate e quindi “è iniziata la follia, il delirio di chi ritiene di averlo visto vivo”. Ormai la comunità dei discepoli è impazzita e divisa: meglio allora allontanarsi da questo gruppo di discepoli resi ciechi e pazzi dal loro dolore, meglio ritornare a casa e alla vita di prima. Ecco, questo è il frutto del discernimento dei due discepoli. Un discernimento senza Gesù, senza lo Spirito, all’apparenza pieno di realismo, di intelligenza e di umano buon senso; un discernimento nato dall’ascolto reciproco di due discepoli che hanno conosciuto il Signore ma che non ricordano più il cammino fatto insieme al Maestro verso Gerusalemme.

Anche noi comprendiamo che c’è una grande differenza tra il ragionamento umano, dove al massimo regna la logica e il “buon senso”, e la rivelazione della volontà di Dio che lo Spirito ci vuole donare. Forse non ci prestiamo molta attenzione, ma questa è davvero la domanda da farsi: cosa ci guida, quando nelle nostre comunità ci ritroviamo insieme per riflettere e decidere? Perché talvolta la volontà di Dio va in una direzione opposta al realismo troppo umano!

Lo Spirito ribalta i tavoli, ci ha detto Papa Francesco, e crea scompiglio per creare una nuova armonia. Lo Spirito dona la fede che ci fa credere che Gesù è risorto, che è presente in mezzo a noi e che è il Signore della storia umana, al di là di ogni evento che fa piombare nell’avvilimento o nella disperazione. Per questo il discernimento comunitario non è una discussione di gruppo, ma si realizza in un contesto di preghiera, dove ci mettiamo ai piedi del Signore, in ascolto della Parola di Dio, nella ricerca della sua volontà e non della nostra. Ognuno di noi deve accettare la possibilità che anche i suoi occhi siano incapaci di vedere e che la strada indicata dal Signore sia un’altra rispetto a quella che ha ipotizzato.

Ha bisogno di ascoltare gli altri e di scrutare la Scrittura per permettere al Signore di comunicargli il suo punto di vista. È la rinuncia alla volontà propria perché ci si possa convertire alla volontà di Dio e non sentirsi dire dal Signore “stolto e lento di cuore a credere alla Parola…”

CONDIVISIONE E CONFRONTORIPORTOCOMUNITARIO

IMPARAREALCUNEREGOLEPERUNBUONDISCERNIMENTO

Per favorire la riflessione comune, sintetizziamo in un elenco alcune attenzioni da avere per operare un discernimento comunitario. Sono frutto

del lavoro comune compiuto con gli altri Vescovi ausiliari, i parroci prefetti e i direttori degli Uffici della Diocesi e l’Équipe pastorale

Diocesana:

  1. Chi è il soggetto che discerne: è la comunità che si riunisce in ascolto della Parola ed intorno all’Eucarestia e che si “mette in discussione”, in stato di conversione pastorale e di riforma, perché vuole davvero ascoltare lo Spirito per aderire con tutta sé stessa alla volontà di Dio. Non demanda ad alcuni il discernimento, ma coinvolge tutti i battezzati, sentendosi in cammino e in dialogo costante con gli uomini del nostro tempo, abitando i villaggi e le strade della città.
  2. Quanto all’oggetto: in ogni riunione di gruppi o di comunità in cui vogliamo discernere insieme la volontà di Dio è importante circoscrivere e precisare quale sia l’oggetto del discernimento e verificare che tutti abbiano le informazioni necessarie per poter valutare e decidere.
  3. Comefare: fare discernimento significa entrare in un processo di preghiera, che permetta a tutti di mettersi davanti a Dio per ascoltare la sua volontà e ridimensionare la propria. In sostanza, viene proposto a tutti di assumere l’atteggiamento della conversione, contrario all’individualismo e all’autosufficienza, per ribadire la necessità di comprendere insieme agli altri cosa ci chieda il Signore, di lasciarsi inspirare dallo Spirito che può parlare attraverso tutti, anche i più deboli.
  4. Mettersi in ascolto della Parola di Dio: interpretare la situazione presente alla luce della Parola di Dio, fare memoria di alcuni brani della Scrittura che sono particolarmente significativi perché indicano come Dio “vede” la realtà e come agisce nella storia.
  5. Ricercareuntempolungo e sereno per ascoltare, dopo la Parola di Dio, tutti.
  6. Condividere con gli altri, in un dialogo aperto e sincero, i pensieri e i sentimenti che ciascuno prova. Non aver paura di esprimere anche il proprio senso di delusione o di frustrazione o l’insicurezza che ci ha lasciato nel cuore la memoria di alcuni momenti bui vissuti. Nello stesso tempo, far presente le proprie speranze, i desideri, le attese, soprattutto se si pensa che dietro vi sia un’ispirazione dello Spirito.
  7. Oltre al proprio mondo interiore, è bene raccontare le tradizioni da cui veniamo, le prassi consolidate, le esperienze vissute, le indicazioni magisteriali che ci hanno guidato nel passato; a questo punto è importante condividere anche le intuizioni che sembrano orientarci per il presente e il futuro, per verificare insieme agli altri se vengono dallo Spirito.
  8. Provare ad individuare tra le cose dette e ascoltate quelle che contengonol’indicazione della volontà di Dio. Convergere su una direzione comune che ci sembra sia inspirata dallo Spirito, e che accolga la verità di ciò che è stato

condiviso. Il pastore, che fino adesso si è limitato a favorire il processo del discernimento (custodendo il clima della comunione, garantendo l’ascolto di tutti, ecc.) conferma o corregge le conclusioni, riconoscendo nel processo compiuto l’azione di Dio. Ognuno è chiamato ad accogliere le decisioni frutto del discernimento comune e della conferma del pastore. Se nelle nostre comunità, sapremo custodire questo clima di preghiera e di apertura all’azione di Dio, sperimenteremo una grande ricchezza.

Domande per la condivisione, il confronto e la riflessione insieme:

  1. Cosa ci guida, quando nelle nostre comunità ci ritroviamo insieme per riflettere e decidere? Da che parte sto quando dico quello che penso, quando sono invitato a fare un discernimento?
  2. Come mi relaziono con i membri della mia famiglia, comunità parrocchiale, luogo di lavoro, etc., che divergono totalmente da me nel loro modo di essere, vedere le cose, pensare? Come posso

percepire in ciò che l’altro è e possiede un dono fatto anche a me, mediante tutta la comunità?

  1. Quali sono i motivi che rischiano di portare alla divisione negli ambienti, ecclesiali e non, in cui vivo? In che modo posso mettere con amore ciò che sono e possiedo a disposizione degli altri, per il bene comune e l’edificazione della comunità?

Padre nostroBenedizione

Signore, Dio onnipotente, che con la tua luce inesorabile distingui la verità dall'errore, aiutaci a discernere il vero.

Insegnaci a scoprire le tentazioni appena si presentano e a smascherare la loro falsa e vana seduzione. Mostraci la volontà divina in tutte le circostanze della nostra vita, così che possiamo prendere le giuste decisioni.

Aiutaci a cogliere negli avvenimenti i segni di Dio, gli inviti che ci rivolge, gli insegnamenti che vuole donarci. Rendici capaci di percepire e di seguire i tuoi suggerimenti, per non perdere nessuna delle tue sante ispirazioni.

Eleva il nostro sguardo, perché possa discernere Dio stesso, là dove Egli si rende presente e dovunque la sua azione ci raggiunga e ci tocchi.

Per Cristo nostro Signore. Amen!

CANTO

Rallegrati, non temere, nulla è impossibile a Dio. Egli non toglie nulla e dona tutto!

INCONTRO COMUNITARIO I DISCEPOLI DI EMMAUS

13Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante

circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, 14e conversavano di tutto quello che era accaduto. 15Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi

giorni?». 19Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. 21Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro 23e non

avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».

25Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno gia volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. 32Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». 33E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». 35Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

APARTIREDALTERMINEDISCERNIMENTO

Riuscire a vedere o a comprendere con sufficiente chiarezza per distinguere il bene dal male: Oscura e profonda era [la valle] e nebulosa Tanto che... Io non vi discernea alcuna cosa (Dante).

PRIMO PUNTO: CONVERSAVANO E DISCUTEVANO

Il primo aspetto del DISCERNIMENTO è il LUOGO in cui esso avviene che è la RELAZIONE tra i due e tra i due e Gesù: questo aspetto particolare indica una regola generale sul discernimento che non può essere fatto da soli. La relazione è il luogo dove io comprendo come Dio si comunica a me. Il discernimento ci protegge dalle più varie deviazioni sia fondamentalistiche che dai fanatismi religiosi sintonizzandoci con la Sua volontà. E’ molto importante accettare che ci sia una persona oltre a me con la quale

posso permettermi di discernere. Il discernimento è un PERCORSO da fare insieme e questo non vuol dire non essere capaci di scegliere da soli, perché la scelta viene dopo, prima viene il discernimento che non è la scelta, ma il luogo per imparare a scegliere il bene e rigettare il male. Discerne insieme non è una mancanza di libertà personale o di autonomia, ma un’occasione per essere veramente liberi e indipendenti. Il discernimento non è un percorso di condizionamento, ma di liberazione.

SECONDO PUNTO: SI FERMARONO CON IL VOLTO TRISTE

Il secondo aspetto del DISCERNIMENTO è la PERSONA da cui parte la relazione e la persona ha pensieri e sentimenti come li avevano i due discepoli di Emmaus che vivono il sentimento della tristezza e avevano un loro pensiero su quello che stava accadendo. Proprio questi pensieri e sentimenti gli impediscono di vedere e riconoscere nello sconosciuto che si è affiancato a loro proprio la persona di Gesù, nonostante loro hanno un bagaglio di esperienza di vita vissuta con Gesù. Paradossalmente il discernimento parte dai pensieri e dai sentimenti della persona, perché sono proprio questi a prendere il sopravvento sul discernimento stesso.

TERZO PUNTO: NOI SPERAVAMO CHE FOSSE LUI A LIBERARE ISRAELE

Quindi la prima tappa del discernimento è purificativa che converge verso un’autentica conoscenza di sé in Dio e di Dio nella propria storia e nella propria vita. Nella seconda tappa il discernimento diventa habitus, un atteggiamento in cui siamo chiamati a lavorare sulla FIDUCIA, DOCILITA’ e UMILTA’ ad intra e ad extra della nostra persona.

La Fraternità S. Elisabetta d'Ungheria propone 5 incontri, aperti a TUTTI coloro che desiderano approfondire la spiritualità Francescana, nelle date affisse in locandina, presso la Sala Fra Leonardo.

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